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“Diplomi falsi e protesti cancellati”: nei guai un dipendente Reset

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Avrebbe  usato le sue conoscenze per cancellare i protesti cambiari e fatto compravendita di diplomi di maturità. È un dipendete della Reset per cui il gip ha disposto il divieto di dimora a Palermo. I suoi presunti complici sono due docenti e un impiegato della Camera di Commercio. Per primi due, è scattato il divieto di dimora a Palermo e per uno anche la sospensione dal servizio per sei mesi. Il terzo è stato trasferito fuori ruolo ed è ora indagato con l’accusa di corruzione.

Dalle ricostruzioni emergerebbe che l’impiegato Reset faceva da intermediario per far cancellare i protesti grazie al suo “gancio” alla Camera di Commercio. Inoltre, sarebbe stato in grado di instradare gli studenti verso una scuola paritaria palermitana per fare comprare loro i diplomi di maturità.

Le indagini della sezione anticorruzione della Squadra Mobile sono iniziate su un dipendente della Camera di Commercio, addetto all’Ufficio Elenchi Protesti. Quest’ultimo secondo l’accusa “abusando della pubblica funzione, suggeriva agli utenti i modi fraudolenti per la definizione delle pratiche di cancellazione di protesti cambiari. In cambio otteneva regalie”.

Oltre a portare amici alla Camera di Commercio, il dipendente Reset avrebbe chiesto e ottenuto la cancellazione dei protesti cambiari della moglie. Secondo gli investigatori, inoltre, l’uomo sarebbe pure coinvolto in una compravendita di un diploma di “Maturità tecnica” conseguito nell’anno scolastico 2015/16 da uno studente di un istituto paritario.

L’indagato avrebbe fatto da intermediario con due insegnanti all’epoca amministratori di fatto di una scuola superiore parificata, in cambio di 3000 euro. A lui sarebbero finiti in tasca 1.300 euro. Nella vicenda è coinvolto anche un dipendente dell’università di Palermo e altri docenti dell’istituto paritario.

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