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Covid, contagi in picchiata in Sicilia: 716 casi, 35 morti e 1260 i guariti

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Sono 716 i nuovi contagi da Coronavirus in Sicilia riportati oggi nel bollettino del ministero della Salute: si arriva così ad un totale di 136.103 casi da inizio pandemia. Sfortunatamente, continuano a salire i morti: sono 35, in tutto 3478 da quando si è manifestata l’emergenza. I dimessi sono  1260 per una cifra complessiva di 90336 pazienti guariti. Attualmente positivi ci sono 42.289 soggetti. I tamponi effettuati sono ora 1784459 di cui 32.850 eseguiti in 24 ore.

Ecco il dettaglio dei contagi per provincia: 109 a Catania, 260 a Palermo, 142 a Messina, 52 a Ragusa,  49 a Trapani, 14 a Siracusa, 46 ad Agrigento, 32 a Caltanissetta, 12 a Enna.

A partire da domani 1 febbraio la Sicilia si risveglierà in “zona arancione” e tra le novità più attese con le nuove regole, delusione per chi penava di poter tornare liberamente a far visita a parenti e amici. Ma la consapevolezza più amara rimane, ancora una volta, quella dei ristoratori. Se per i primi, infatti, sarà possibile almeno andare a trovare i propri cari una volta al giorno, tra le 5 e le 22, seppure per un tempo limitato (leggi tutte le nuove regole QUI), per chi opera nel settore alimentare come pub, pizzerie e bar, limitazioni ancora stringenti.

Per loro infatti resta il divieto di consumare cibi e bevande all’interno e nelle vicinanze. Mentre l’asporto sarà consentito dalle 5 alle 18 senza restrizioni (leggi tutte le nuove regole QUI). Ieri, nell’Isola si è registrato un vero e proprio record di guariti, sono stati 2.210 i pazienti dimessi e questo lascerebbe ben sperare. A fermare gli entusiasmi oggi ci ha pensato, però, Walter Ricciardi, consigliere scientifico del ministro Roberto Speranza.

Domani la maggior parte delle regioni italiane diventerà “zona gialla” e questo a quanto pare potrebbe essere un problema. Per contrastare la diffusione del Coronavirus non serve “un lockdown come marzo 2020 ma una zona rossa adeguatamente rispettata. A ottobre avevo detto di fare un lockdown a Milano, non è stato fatto. Poi siamo stati costretti ad adottare misure più dure a Natale e per questo oggi possiamo permetterci qualche timida riapertura. Le cose vanno fatte prima, il virus va preceduto. Ma agire prima significa essere impopolare”.

“La gente – continua Ricciardisi prende giustamente tutti gli spazi che vengono concessi. Se si può andare nei centri commerciali, la gente ci va. Gli operatori economici dovrebbero pretendere il tracciamento dal governo e dalle Regioni. I Paesi che hanno fatto questo, non si fanno più sfuggire il virus”.

 


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