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VIDEO| Tangenti per il servizio ambulanze al Policlinico di Palermo: due arresti

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Su delega della Procura della Repubblica di Palermo, i Finanzieri del Comando Provinciale e i Carabinieri del Nas hanno arrestato due persone per corruzione e sequestrato beni per 260 mila euro. Ai domiciliari, rendono noto gli investigatori, sono finiti: Maurizio D’Angelo, 64 anni, ex segretario del Dipartimento dei servizi centrali dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico “Paolo Giaccone” di Palermo e Alessandro Caccioppo di 49 anni, già rappresentante legale della Italy Emergenza Cooperativa Sociale, con sede a Messina. Indagati per corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio insieme con T.I. di 42 anni di Palermo, S.M.L. 45 anni di Palermo e G.F. 77 anni di Messina.

Con il medesimo provvedimento, il Gip ha disposto il sequestro preventivo di disponibilità finanziarie per 260.000 euro quale prezzo e profitto della corruzione. L’indagine, inizialmente avviata dai Carabinieri del Nas di Palermo, su segnalazione dell’azienda ospedaliera, avrebbe evidenziato, come spiegano le fiamme gialle, “gravi anomalie nella gestione del servizio di trasporto ammalati all’interno del nosocomio, appaltato alla Italy emergenza nel 2012 e svoltosi sino al 2018, con una spesa preventivata pari a 4,5 milioni di euro”. Il pubblico funzionario D’Angelo avrebbe, infatti, attestato la conformità delle fatture rilasciate dalla società “nonostante fossero prive dei documenti e delle informazioni previste dal capitolato speciale d’appalto con particolare riguardo all’indicazione specifica dei servizi resi e nonostante fossero stati addebitati all’ente pubblico costi inerenti al personale già compresi nelle prestazioni remunerate”. Per effetto di questi atti contrari ai doveri d’ufficio l’azienda ospedaliera ha sostenuto un maggiore costo pari a euro 3.367.800 euro.

I successivi approfondimenti avrebbero “consentito di ipotizzare un patto corruttivo fra il legale rappresentante della cooperativa Caccioppo e il pubblico funzionario D’Angelo, remunerato per la sua infedeltà con 130.000 euro, corrisposti attraverso sofisticati stratagemmi per “schermare” gli illeciti flussi finanziari”. In un caso la cooperativa avrebbe corrisposto su un conto corrente cointestato a T.I., figliastra del dipendente pubblico e al coniuge, S.M.L., la somma di 80.000 euro, che poi sarebbe pervenuta nella diretta disponibilità di D’Angelo, “artificiosamente giustificata dalla volontà di risolvere bonariamente una potenziale controversia di lavoro a fronte di una prestazione irregolare svolta dalla medesima T.I. nei confronti della cooperativa, rapporto che si ritiene non sia in realtà mai avvenuto. In un’altra circostanza, una società immobiliare, legalmente rappresentata da G.F., di fatto collegata alla Italy, ha bonificato su un conto corrente, cointestato a D’Angelo e a un’anziana signora, ulteriori 50.000 euro”.

“Per giustificare il pagamento la società – proseguono gli investigatori – ha acquistato dalla donna un’immobile fatiscente, contestualmente concesso in locazione alla suddetta cooperativa che, al di fuori da ogni logica commerciale, versava immediatamente proprio la somma di 50.000 euro come pagamento anticipato dei canoni di locazione per un periodo di sei anni, somma poi entrata definitivamente nella disponibilità del pubblico funzionario”.

 

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