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Giornalismo tv in lutto, è morto Maurizio Costanzo: aveva 84 anni

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È morto improvvisamente a Roma, all’età di 84 anni, il giornalista e conduttore televisivo Maurizio Costanzo. Era nato nella capitale, da una famiglia di origini abruzzesi, nel 1938. I funerali si svolgeranno lunedì 27 febbraio, alle 15, presso la Chiesa degli Artisti in piazza del Popolo a Roma. Lo rende noto il Campidoglio. La camera ardente sarà allestita sabato e domenica presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio con ingresso dal Portico del Vignola. Apertura al pubblico sabato dalle 10.30 alle 18 e domenica dalle 10 alle 18. E’ raccomandato l’uso della mascherina FFP2.

La sua vita familiare si è dipanata attraverso la relazione nel tempo con cinque donne, quattro delle quali ha sposato: la prima moglie Lori Sammartino fotoreporter; la seconda Flaminia Morandi giornalista con la quale avuto due figli, Camilla e Saverio, quest’ultimo già regista affermato; Simona Izzo con la quale ha convissuto; la terza moglie Marta Flavi nota conduttrice tv; e la sua attuale consorte Maria De Filippi, la mattatrice di “Amici”, il cui matrimonio civile è stato celebrato nel 1995 dall’allora sindaco di Roma, Francesco Rutelli, in Campidoglio con cui ha adottato un bambino.

Ancora più ricca e densa, se possibile, la sua vicenda professionale. Iniziata prestissimo, giornalista già a 18 anni come cronista del quotidiano romano “Paese Sera”. Quattro anni dopo, collabora con la rivista “Tv Sorrisi e Canzoni” e qualche anno più tardi diventa caporedattore del settimanale femminile “Grazia”. Nel 1966, iscrive il suo nome anche nella storia della musica leggera, come autore del testo di “Se telefonando”, la canzone musicata da Ennio Morricone e portata al successo da Mina. Mentre l’anno successivo “scopre” il comico Paolo Villaggio e assieme a lui crea il personaggio di “Fracchia”.
Ma sono i salotti tv a decretare la fama di Maurizio Costanzo, re delle seconde serate, prima in Rai e poi in Mediaset: prima con “Bontà loro” primo talk show tv di grande audience.

La prima puntata del salotto televisivo andò in onda su Rai1 dallo Studio 11 di via Teulada, alle 22:40 di lunedì 18 ottobre 1976, subito dopo il tradizionale appuntamento con “Lunedì Film”. Il programma chiuse i battenti nella primavera del 1978 per trasformarsi in altri due talk show simili: nel 1978-1979 Costanzo condusse “Acquario” e nel 1979-1980 “Grand’Italia”. Nel primo salotto televisivo di Costanzo sono passati molti ospiti di prestigio. Tra questi Piero Chiara, Umberto Agnelli, Marcello Mastroianni, Tina Anselmi, Alberto Sordi, Lina Wertmüller, Enrico Montesano, Luciano De Crescenzo, Niki Lauda, Alberto Lattuada, Felice Ippolito, Stefano Benemeglio, Giovanni Nuvoletti, Goffredo Parise, Marco Ferreri, Amanda Lear, Eugenio Scalfari.

Dopo “Acquario”, “Grand”Italia” e “Fascination” approdò finalmente al suo “Maurizio Costanzo Show” dal teatro Parioli in Roma, di cui è stato anche direttore artistico. Esperienza che, scontando anche una dura polemica con il predecessore Gigi Proietti, ha ripetuto anche al teatro Brancaccio. Dal “Costanzo Show” nascono personaggi ancora oggi sulla cresta dell’onda ma allora semi-sconosciuti, come Vittorio Sgarbi, Luciano De Crescenzo, Valerio Mastandrea, Ricky Memphis, Daniele Luttazzi, Alessandro Bergonzoni, Giobbe Covatta, Enzo Iacchetti, Dario Vergassola, Gioele Dix; e da quel palcoscenico lancia per primo verso il grande pubblico i romanzi di Andrea Camilleri con protagonista il commissario Montalbano.

Tornando al mondo giornalistico, diventa direttore della “Domenica del Corriere” e lancia il quotidiano popolare “L’Occhio”, in quest’ultimo caso con risultati non molto apprezzati dal punto di vista delle vendite e della qualità informativa. Firma una rubrica fissa prima sul “Messaggero” e poi sul “Tempo”. Più di una volta è presidente della giuria di “Miss Italia”. “Contatto” è invece il nome del primo telegiornale di una tv privata, da lui fondato.
Il colpo più duro alla sua immagine arriva nel 1981 con lo scandalo P2 e il suo nome della famigerata lista massonica di Licio Gelli, per la quale si scuserà e si autoaccuserà pubblicamente. Agli onori delle cronache, invece, sale con la maratona tv antimafia in duetto Rai-Mediaset con Michele Santoro.

Impegno giornalistico e civile, probabilmente causa del fallito attentato che subì nel 1993 con l’esplosione della sua auto carica di tritolo in via Fauro a pochi passi dal “suo” teatro Parioli. Dove è tornato lo scorso anno per riprendere a registrare le nuove puntate per la ripresa del “Maurizio Costanzo Show”.

 

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