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Ucraina, mandato d’arresto per Putin: “Criminale di guerra, ha deportato bambini”

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La Corte Penale internazionale dell’Aja ha emesso un mandato d’arresto contro il presidente russo Vladimir Putin e il commissario russo per i diritti dei bambini Maria Alekseyevna Lvova-Belova, in connessione con la guerra in Ucraina. A Putin viene contestato un crimine di guerra: la deportazione illegale della popolazione, compresi i bambini. “Oggi, 17 marzo 2023, la seconda camera preliminare della Corte penale internazionale ha emesso mandati di arresto per due persone nel contesto della situazione in Ucraina: il signor Volodymyr Volodymyrovich Putin e la signora Maria Oleksiivna Lvivova-Belova”, si legge nella nota diffusa dalla Corte Penale Internazionale.

Questo è solo l’inizio”, ha commentato la notizia Andriy Yermak, capo dell’ufficio del presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky. La procura generale di Kiev ha fatto sapere che il mandato nei confronti di Putin è legato in particolare alla “deportazione forzata di bambini”. L’ufficio del procuratore ha consegnato alla Corte penale internazionale oltre 40 fascicoli.

Cosa significa il mandato d’arresto: che succede ora. La Russia ha smesso di riconoscere la Corte nel 2016 e non concede l’estradizione dei suoi cittadini, quindi è chiaro che né il presidente russo né il commissario Lvova-Belova, verranno consegnati al tribunale dell’Aja fino a quando durerà l’attuale regime russo. Tuttavia il mandato d’arresto è significativo per diverse ragioni. Intanto lancia un segnale ai funzionari e i militari russi sul rischio di poter essere incriminati anche loro e quindi non poter viaggiare all’estero. Inoltre Putin potrebbe rischiare l’arresto se dovesse visitare uno dei 123 paesi che aderiscono allo statuto di Roma, con il quale fu fondata la Corte nel 2002.

Il suo arresto non sarebbe però certo, perché il Paese ospite potrebbe far valere il principio dell’immunità dei capi di stato esteri, come accadde nel 2015 quando il presidente sudanese Omar Bashir visitò il Sudafrica malgrado il mandato d’arresto della Cpi nei suoi confronti. Se Putin è al sicuro in Russia finché rimane al potere, potrebbe però venir consegnato alla Cpi da un futuro leader del Cremlino per ricucire i rapporti con l’Occidente. E’ quello che successe nel 2001 quando l’ex presidente serbo Slobodan Milosevic fu consegnato al Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia.

Al momento Putin è stato incriminato per la deportazione forzata in Russia dei bambini ucraini, che rientra nella fattispecie dei crimini internazionali per cui è competente la Corte. Tuttavia c’è da aspettarsi che vi siano altre incriminazioni per Putin e forse per altri esponenti russi. Anche se l’Ucraina non è un paese firmatario della Corte, Kiev ha concesso alla Cpi la giurisdizione per i crimini di guerra commessi sul suo territorio. Il procuratore capo della Corte, Karim Khan, è già stato in Ucraina quattro volte. E oggi ha spiegato che l’incriminazione per la deportazione dei bambini è solo un primo passo nella persecuzione dei crimini di guerra russi in Ucraina. Altre linee d’indagine rimangono ancora aperte.

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