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Trapani, “spese personali con i fondi della Formazione”: indagato pure ex senatore

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“Corruzione e truffa ai danni dell’Unione Europea”, con queste accuse nei confronti di 14 persone, a Trapani, sono state eseguite misure interdittive che avrebbero colpito anche l’ex senatore Antonio Papania. Per lui, sembrerebbe, sia stato disposto il divieto di dimora a Palermo e Trapani. Coinvolti nell’inchiesta pure alcuni consiglieri comunali. Secondo le indagini, gli indagati avrebbero utilizzato in modo indebito 8,7 milioni di euro  del FSE (Fondo sociale europeo) destinati alla formazione professionale. Fondi, che secondo quando sosterrebbe la Procura Europea, sarebbero invece stati usati per spese personali e per il movimento politico di Papania.

“Nel corso della mattinata odierna – si legge in una nota della guardia di finanza –  oltre 60 finanzieri del Comando Provinciale di Trapani stanno dando esecuzione a 14 misure cautelari personali emanate dai Tribunali di Marsala e di Trapani, su richiesta della Procura Europea – sede di Palermo – e della Procura della Repubblica di Marsala, nei confronti di noti esponenti politici del Trapanese che hanno rivestito e/o rivestono importanti incarichi a livello comunale, regionale e, in un caso, nazionale”. Contestualmente, sono state eseguite numerose perquisizioni domiciliari, tra Palermo e Trapani, per cercare di acquisire “ulteriori elementi probatori e riscontri d’indagine”.

Il blitz di oggi rientra nel contesto di una complessa indagine, svolta dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza trapanese sotto la direzione della Procura Europea e della Procura della Repubblica di Marsala, che avrebbe fatto luce su presunti reati di “truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, corruzione, malversazione e di condotte di riciclaggio e autoriciclaggio”. A capo di tutto, secondo gli investigatori ci sarebbe l’ex senatore Papania.

Principale promotore e organizzatore degli illeciti perpetrati – spiegano le Fiamme Gialle – un ex Senatore della Repubblica nonché ex Deputato dell’Assemblea Regionale Siciliana e Assessore della Regione Siciliana, coadiuvato stabilmente – tra gli altri – da un Dirigente di M.P.A. (“Movimento per l’Autonomia”) nonché del Movimento V.I.A. (“Valori, Impegno, Azione”), da un esponente del movimento V.I.A. di Marsala, e da un ex consigliere del comune di Cinisi (PA), interessati a ricercare e acquisire crescenti consensi intorno al movimento politico V.I.A., allargandone la composizione e l’area di influenza sul territorio trapanese e regionale, anche in vista di successive tornate elettorali”.

Gli indagati, secondo i Baschi Verdi, si sarebbero avvalsi degli enti Cesifop e Ires e dell’associazione Tai per “conseguire illeciti arricchimenti e di perseguire l’ambizioso progetto politico” ottenendo “indebitamente finanziamenti gravanti sul Programma Operativo Fondo Sociale Europeo 2014/2020 per oltre 8,7 milioni di euro da destinare allo svolgimento di corsi di formazione e di progetti in ambito sociale, taluni dei quali non tenuti, come accertato nell’ambito delle indagini”. Di questa somma, circa ottocentomila euro sarebbero stati impiegati per “spese voluttuarie personali o connesse a iniziative di sostegno del movimento politico V.I.A. e a campagne elettorali, e ulteriori 2,5 milioni sarebbero stati a breve erogati”.

La guardia di finanza ha, quindi, sequestrato anche per equivalente, anche per equivalente, circa 1 milione di euro, pari all’ammontare delle somme malversate o riciclate, e in via preventiva anche 8 milioni di euro residui già finanziati. Sempre secondo quanto sarebbe emerso dalle indagini, in cambio del sostegno garantito al movimento politico, sarebbero stati assegnati o promessi posti di lavoro presso gli enti di formazione coinvolti a sei esponenti politici (4 sono attualmente consiglieri presso i Comuni di marsala e Custonaci) e, soprattutto, a loro congiunti, pur privi dei requisiti e delle competenze richieste. Tra i 24 soggetti nel complesso indagati, risultano, a vario titolo, coinvolti nei reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, malversazione e riciclaggio anche altri sei esponenti politici che rivestono o hanno rivestito cariche presso i Comuni di Marsala, Buseto Palizzolo, Calatafimi-Segesta, Castellammare del Golfo ed Erice.

 

+++ In aggiornamento +++

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