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Fumata bianca, attesa per il nome del nuovo Papa

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Il Conclave ha eletto il nuovo Papa, la fumata bianca è arrivata intorno alle 18. Il mondo con il fiato sospeso per conoscere il nome del nuovo Pontefice. Come sempre, dal nome che sceglierà sarà intuibile l’indirizzo del pontificato. I papi, infatti, prendono il nome dei predecessori di cui intendono proseguire l’opera. Papa Bergoglio scelse “Francesco”, nome mai usato nella storia della Chiesa, preannunciando quindi un percorso riformista. Suonano le campane a San Pietro, oltre 45mila fedeli presenti per la fumata bianca ora attendono di conoscere il nome del nuovo Pontefice e di ricevere la sua prima benedizione Urbi et Orbi.

Cosa succede ora. L’ultimo dei cardinali diaconi chiama nell’aula dell’elezione il segretario del Collegio dei cardinali, il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie e due cerimonieri; quindi il cardinale decano (Re non è in Conclave avendo 91 anni) o il primo dei cardinali per ordine e anzianità, a nome di tutto il Collegio degli elettori chiede il consenso dell’eletto con queste parole: “Acceptasne electionem de te canonice factam in Summum Pontificem?” (accetti la tua elezione canonica?).

E, appena ricevuto il consenso, gli chiede: “Come vuoi essere chiamato?” Allora il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, con funzione di notaio e avendo per testimoni due cerimonieri, redige un documento con l’accettazione del nuovo Pontefice e il nome che ha deciso di assumere. Dopo l’accettazione, l’eletto che abbia già ricevuto l’ordinazione episcopale, è immediatamente Vescovo della Chiesa Romana, Papa e capo del Collegio episcopale. I cardinali elettori si accostano al nuovo eletto per prestare atto di ossequio e di obbedienza. Successivamente si rendono grazie a Dio, e il primo dei cardinali diaconi annuncia al popolo in attesa l’avvenuta elezione e il nome del nuovo Papa che, subito dopo, dalla Loggia di San Pietro, impartisce la sua prima benedizione Urbi et Orbi. La Stanza delle Lacrime primo “rifugio” del Papa appena eletto nascosta tra i sacri corridoi della Cappella Sistina, cela un piccolo ambiente carico di significato e silenzio.

È qui che, subito dopo l’elezione, il nuovo Pontefice si ritira per raccogliersi prima di apparire al mondo con il celebre annuncio “Habemus Papam”. Ufficialmente conosciuta come la “Sala del Pianto” o Sacrestia Pontificia, questa stanza prende il nome popolare dalle lacrime che molti papi, sopraffatti dall’emozione e dal peso del compito ricevuto dai cardinali, hanno versato varcandone la soglia. Un luogo di passaggio brevissimo, eppure colmo di intensità spirituale. Al suo interno, la semplicità prevale sull’opulenza: una scrivania, alcune sedie, uno specchio e tre vesti papali di diverse taglie: bianca, semplice, simbolo dell’universalità della missione. Ad attendere il pontefice, anche l’Anello del Pescatore e il camauro bianco, insieme al personale della sacrestia pronto ad assisterlo con discrezione e rispetto.

 

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