Il Napoli trova il gol che vale lo scudetto contro il Cagliari, e Piazza del Plebiscito esplode in un boato liberatorio. È McTominay a sbloccare il risultato nel finale del primo tempo, facendo impazzire le migliaia di tifosi riuniti davanti al maxischermo nel cuore della città. Un’esplosione di suoni, cori e emozioni che si ripete poco dopo: a inizio ripresa, è Lukaku a siglare il 2-0, e la festa diventa totale. Napoli è campione d’Italia. Antonio Conte l’ha fatto ancora. Con questo trionfo, il tecnico pugliese ha scritto l’ennesimo capitolo della sua carriera da vincente. Su sette stagioni in cui ha allenato in Serie A, ben cinque si sono concluse con il titolo: in Italia, Conte vince il campionato nel 71% dei casi.
Quando a giugno 2024 ha accettato la panchina azzurra, ha trovato una squadra a pezzi: decimo posto in campionato, eliminazioni agli ottavi sia in Champions League che in Coppa Italia – quest’ultima con un clamoroso 0-4 inflitto dal Frosinone – e una sconfitta in finale di Supercoppa Italiana contro l’Inter. Tutto ciò che poteva andare storto, era andato storto. La squadra era smarrita, e i tre allenatori che si erano succeduti – Garcia, Mazzarri e Calzona – non avevano fatto altro che aumentare la nostalgia per Luciano Spalletti. Poi è arrivato Conte, e la storia ha preso un’altra piega. Del resto, i miracoli li ha già compiuti in passato. A Torino lo ricordano bene: nella stagione 2011-2012 riportò la Juventus allo scudetto dopo anni bui, inaugurando un ciclo lungo nove anni, di cui i primi tre a sua firma.
Anche a Milano, sponda nerazzurra, ha lasciato il segno: in due stagioni ha conquistato un secondo posto – il miglior piazzamento in un decennio per l’Inter – e poi lo scudetto, vinto con quattro giornate d’anticipo. Nel mezzo, anche una finale di Europa League, persa, perché – come si suol dire – non tutte le ciambelle escono col buco. Nel suo percorso c’è anche la parentesi azzurra: con la Nazionale ha raggiunto i quarti di finale a Euro 2016, fermandosi solo ai rigori. E in Inghilterra, sulla panchina del Chelsea, ha arricchito il proprio palmarès con una Premier League e una FA Cup. Un dato colpisce: Conte non è mai rimasto più di due anni sulla stessa panchina, eccezion fatta per le tre stagioni alla Juventus. Resta poco, ma vince. E ora, anche Napoli può dirlo forte: con Antonio Conte, la rinascita è realtà.