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Inchiesta corruzione, Galvagno all’Ars: “Non mi dimetto, l’indagine non è chiusa”

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Più volte mi è stato chiesto di fare un passo indietro. Ma non sono attaccato alla poltrona. Se però mi dimettessi ora, affermerei il principio che un messaggio diffuso sui social valga più della Costituzione”. È con queste parole che Gaetano Galvagno, presidente dell’Assemblea regionale siciliana, ha affrontato uno dei momenti più delicati della sua carriera politica, da quando gli è stata notificata l’iscrizione nel registro degli indagati per corruzione e peculato. Seduto sullo scranno più alto di Sala d’Ercole, Galvagno ha chiarito la sua posizione: non lascerà l’incarico. E se da un lato ribadisce la volontà di affrontare eventuali responsabilità, dall’altro denuncia una fuga di notizie: “Apprendo dai giornali cose che, da indagato, non mi sono ancora note”.

L’unico passo indietro, al momento, è quello della portavoce Sabrina De Capitani, che sembrerebbe una figura chiave nell’indagine sul presunto uso improprio di fondi pubblici, che ha formalizzato le sue dimissioni. “Le auguro – ha detto Galvagno – di poter dimostrare di avere sempre agito nel rispetto della legalità”. Galvagno ha poi voluto ringraziare i deputati presenti in Aula, compresi quelli dell’opposizione, per aver partecipato al confronto, e ha sottolineato il valore simbolico della presenza del presidente della Regione Renato Schifani, che alla vigilia aveva lasciato intendere di voler disertare la seduta, forse irritato per non essere stato tempestivamente informato dell’indagine parallela che coinvolge l’assessora al Turismo, Elvira Amata.

Durante il dibattito, non sono mancati toni duri. Antonello Cracolici ha puntato il dito contro Fratelli d’Italia e la “corrente turistica” del partito, parlando di “uso disinvolto dei fondi pubblici”. Più cauto Gianfranco Miccichè, che ha chiesto “una rapida conclusione delle indagini”, sottolineando il peso psicologico che può derivare da un procedimento giudiziario. “So cosa significa – ha detto l’ex presidente dell’Ars, a sua volta indagato in un’altra inchiesta – non dormire, pensare a complotti…”. In chiusura, Galvagno si è concesso un momento di emozione: “Ringrazio chi ha scelto di esserci oggi. La fase è delicata, ma l’Ars deve andare avanti”. Poi ha lasciato nuovamente la presidenza al suo vice, Nuccio Di Paola.

 


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