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Rinascente a rischio chiusura, Di Dio: “Commercio in crisi epocale”

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Rinascente a rischio chiusura, posti di lavoro in bilico e un altro importante polo commerciale, che da dieci anni illumina via Roma e piazza San Domenico, potrebbe abbandonare Palermo. Inevitabili le conseguenze negative per l’economia della zona come spiega  Patrizia Di Dio, presidente  di Confcommercio Palermo.

“La decisione della Rinascente di avviare le procedure di chiusura dell’attuale punto vendita di via Roma – dice in una nota –  rappresenta il più forte grido di dolore per il settore del commercio palermitano che vive una crisi senza precedenti“.

Palermo non può permettersi di perdere un così autorevole baluardo, da dieci anni polo d’attrazione per il commercio della zona e punto di riferimento per tutta l’area di via Roma che, anno dopo anno, sta subendo un processo involutivo”.

Di Dio punta poi l’indice sui regolamenti comunali e nello specifico sull’ “impossibilità di aprire nuovi punti commerciali di dimensioni superiori a 200 metri quadrati: norma che peraltro Confcommercio Palermo chiede da anni di modificare”.

Al di là della sentita solidarietà verso i dipendenti che rischiano il posto di lavoro – prosegue – se la Rinascente andrà via  ci saranno contraccolpi importanti anche per le altre aziende commerciali che ancora resistono in quella via: si rischierà a cascata un’ulteriore perdita di molti posti di lavoro di altre attività commerciali e sarà impossibile sperare di rivitalizzare e riqualificare un asse commerciale ormai in fase avanzata di desertificazione

rinascente-sciopero palermoPer Di Dio, inoltre, sono comprensibili i motivi che hanno portato il Gruppo alla chiusura (il rifiuto di rimodulare il canone di affitto, ndr). “Tanto più in un momento aggravato dall’attuale emergenza sanitaria, economica e sociale”. Dato confermato dal Centro studi nazionale di Confcommercio.

In Sicilia a causa del Covid – aggiunge –  i consumi precipitano dell’8,2% (pari a 5,5 miliardi di euro), perdita che si somma alla riduzione del 12% percento di spesa in termini reali negli ultimi dodici anni”.

“(…) Non possiamo credere che non si arrivi a una definizione di buon senso tra le parti per il nuovo canone di locazione. Tanto più in presenza di un brand di qualità, di richiamo internazionale, che ha dato lustro alla città e che a Palermo – conclude Di Dio –  ha anche investito soldi e valorizzato oltre che l’immobile anche la via Roma e l’area limitrofa”. 

 


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