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Sicilia “arancione” ma nelle tasche dei ristoratori è “profondo rosso”: a loro chi ci pensa?

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La Sicilia si risveglia in fascia arancione con nuove regole e le speranze proiettate verso la “zona gialla”. L’abitudine a restringere la sfera pubblica e privata del quotidiano ha fatto in modo che l’umore della popolazione cambi in modo speculare al colore assegnato al proprio territorio da Regioni e governo nazionale. In realtà, fatto salvo il sacrosanto diritto, necessità, di poter andare a fare visita ai propri cari poco cambia. Soprattutto per chi da un tempo ormai troppo lungo sta dando fondo alla rete di salvataggio che chi fa impresa in Italia è costretto ad avere per i momenti difficili.

Forse la categoria più colpita è quella dei ristoratori. Anche con il passaggio da una fascia di rischio all’altra non sembra ci siano grandi differenze per loro che possano colmare le perdite subite finora e che continuano a sopportare.

Ristoratori in “zona arancione”.  Come previsto dalla normativa nazionale, nei ristoranti e nelle altre attività di ristorazione (compresi bar, pasticcerie, gelaterie, etc.) resta il divieto di consumare cibi e bevande all’interno e nelle vicinanze. L’asporto sarà consentito dalle 5 alle 18 senza restrizioni, mentre dalle 18 alle 22 sarà vietato alle attività che svolgono come attività prevalente quella di bar senza cucina o commercio al dettaglio di bevande. La consegna a domicilio resta consentita senza limiti di orario. Come da normativa nazionale, non sono previste limitazioni alle categorie di beni vendibili.

Ristoratori in “zona gialla”. Per bar e ristoranti restano le regole di apertura dalle 5 alle 18, consegna a domicilio consentita, asporto possibile con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze.

A partire da oggi, tutta l’Italia, ad eccezione di Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria e la Provincia Autonoma di Bolzano, si trova in fascia gialla, e facendo il confronto tra i due regimi di rischio non sembra che per questa categoria la differenza sia enorme. È pur vero che nell’ormai dedalo inestricabile di norme e sovrapposizioni tra Dpcm e ordinanze regionali, potrebbero esserci dei distinguo ma nell’Isola la linea di demarcazione non pare così netta.

In Sicilia, la zona rossa era forse inevitabile: più di una volta sono stati sfiorati i duemila contagi in un solo giorno. Il nostro obiettivo a breve è rientrare nella zona gialla e per raggiungerlo c’è bisogno della responsabilità e della condivisione di tutti. Così il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, il 30 gennaio a margine della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario del distretto di Caltanissetta. Poi, il governatore ha aggiunto che da Roma si aspetta un’accelerata per i ristori da destinare alle categorie più colpite dall‘emergenza Covid e, si badi bene, tra queste non vanno dimenticati i cinema, teatri, palestre. Ma adesso è il momento della condivisione e dell’armonizzazione tra norme e realtà territoriali. Probabilmente la crisi di governo non aiuta e chi è a capo delle Regioni sarà forse chiamato a fare uno sforzo in più per evitare il “profondo rosso” nelle tasche delle piccole e medie imprese.

 

 


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