Cronaca Ansa del 12 giugno: il magistrato della Corte d’Appello di Messina, Angelo Giorgianni, presente alla manifestazione di protesta cui hanno partecipato circa 300 persone senza mascherina “No paura day” ha pronunciato parole di fuoco: “La nostra vita democratica sta vivendo in una dittatura, la peggiore perché fondata sul nostro consenso”.
Lo sappiamo, e ne siamo consapevoli, che la libera espressione del pensiero (lecito), orale o per iscritto, è tutelata dalla nostra Costituzione, lo sappiamo, e ne siamo protagonisti, che la nostra democrazia tutela diritti e doveri di ciascuno, ma non avremmo mai pensato che un magistrato, e di così alto livello, potesse cavalcare l’onda della protesta, seppure lecita.
Tema del contendere, è lo stato d’emergenza in cui si muove il sistema vaccini anti Covid. “Noi – ha detto il magistrato Giorgianni e secondo l’Ansa – non dialoghiamo con questo governo e ci aspettiamo che in esito alle denunce che abbiamo fatto revocherà velocemente lo stato d’emergenza, il coprifuoco, il lockdown e soprattutto tolga le mani dai nostri figli rinunziando all’idea di vaccinare una categoria di persone che non è a rischio”.
Difficile dire chi abbia torto o ragione di protestare. Sta di fatto che il clima di esasperazione rischia di diventare sempre “più caldo” e che preannuncia battaglia piazzaiola, secondo Giorgianni e il medico Pasquale Bacco che hanno pubblicato il libro “Strage di Stato. Le verità nascoste della Covid-19”.
È evidente che sotto accusa è la gestione dell’emergenza sanitaria, di riflesso tutta la gestione governativa con lo sguardo attento e vigile sul complesso piano delle vaccinazioni che sta molto disorientando i cittadini italiani, confusi tra fasce vaccinabili e no, e in allarme per gli effetti collaterali di vaccini (due giovani morti a seguito di trombosi post vaccini, ma ancora non è stabilito che causa dei decessi possa essere il vaccino praticato). I dati recenti in Sicilia, inoltre, parlano di nuovi casi di positività e di decessi.