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VIDEO| Catania, l’omicidio del “picciotto” che voleva mettersi in proprio: due arresti

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I carabinieri di Catania hanno arrestato quelli che ritengono i due presunti mandanti dell’omicidio di Vincenzo Timonieri, 25 anni, considerato presunto affiliato al gruppo mafioso Nizza della famiglia di Cosa nostra “Santapaola Ercolano”. Il giovane è stato assassinato con tre colpi di pistola il 12 febbraio scorso. Gli arrestati sono Natale Nizza, di 25 anni, e Salvatore Privitera, di 24, per loro l’accusa è di omicidio aggravato.

Privitera sarebbe stato bloccato a Venezia mentre era a bordo di una nave da crociera proveniente da Grecia e Croazia. La vittima sarebbe stata freddata con tre colpi di pistola alla nuca e alla testa da, secondo chi indaga, Michael Agatino Sanfilippo, 22 anni, che sarebbe stato spalleggiato dal fratello Antonino Marco, di 24. Entrambi, come spiegano gli investigatori, avrebbero poi sotterrato il cadavere nella sabbia di una zona marinara isolata di contrada Vaccarizzo. A ricostruire dinamica e movente alla Dda di Catania sarebbero stati i due fratelli passati dal clan dei “Cursoti milanesi” a quello dei “Nizza”.

La vittima

Alla base dei dissapori, ci sarebbero stati contrasti legati allo spaccio di droga. Pare che Timonieri collaborasse con i Nizza che gestirebbero una grossa e fiorente fetta del mercato dello spaccio a Catania. La vittima, però, pare potesse contare su un proprio canale di rifornimento privilegiato a Napoli. Da qui i sospetti del clan impauriti che questo potesse togliere loro fette di mercato. Timonieri, sarebbe stato coinvolto pure in una truffa ai danni di una cosca calabrese, con il pagamento di una partita di droga con soldi falsi.

Dopo l’omicidio il clan avrebbe finto vicinanza ai familiari della vittima, che avevano presentato denuncia di scomparsa, cercando di addossare la colpa alle famiglie rivali. In casa di Nizza i carabinieri hanno fatto sapere di aver sequestrato 1,3 chili di marijuana, 140 di hashish, 22 cartucce e 29.000 euro in contanti. Il gip di Catania ha convalidato i fermi della Dda ed emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per gli indagati.

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