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Covid in Sicilia, l’allarme dei medici ospedalieri: “Scenari di guerra”

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Monta l’allarme Coronavirus in Sicilia nelle parole di figure istituzionali e dei sindacati dei medici. Oggi è il turno del Cimo, sigla dei medici ospedalieri. Ieri, era stato il sindaco di Palermo a parlare di “strage annunciata“. Termini simili a quelli del Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri, per cui ci vorrebbe il “lockdown in tutto il Paese”.

“In queste ore – dice il vice segretario regionale siciliano del sindacato dei medici ospedalieri Cimo, Angelo Collodoro assistiamo allibiti a dichiarazioni di soggetti istituzionali che fanno a gara il gioco dello scaricabarile. Ci auguriamo che la Protezione civile stia programmando la realizzazione di strutture da campo. Lo scenario è già uno scenario di guerra. Il trend va verso un peggioramento e non si potrà essere colti alla sprovvista. Minimizzare non serve a nessuno: si è già minimizzato abbastanza”.

Ieri il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, in una lettera indirizzata al premier Giuseppe Conte, al governatore siciliano Nello Musumeci e al prefetto del capoluogo siciliano, Giuseppe Forlani, ha sottolineato che la Sicilia va verso “una strage annunciata”.

I numeri.In questo momento al pronto soccorso dell’Arnas Civico – prosegue Collodoro – stazionano 45 Covid positivi e circa 40 pazienti al Cervello. Tutti in attesa di ricovero. Il pronto soccorso di Villa Sofia ha al momento 63 pazienti in trattamento e altri 22 in attesa per un totale di 85 malati, al pronto soccorso del Policlinico ci sono 26 pazienti in trattamento e al piccolo pronto soccorso Ingrassia stanno assistendo 26 pazienti, di cui 4 sono positivi e 10 in attesa di risposta del tampone. Per non parlare di una povera vecchietta che dal giorno 5 novembre sta pronto soccorso in attesa di un posto letto”.

Per il vicesegretario del Cimo, ci sarebbe una contrapposizione tra “la realtà raccontata” e quella vissuta dal personale sanitario che opera in prima linea. Inoltre “in questi giorni abbiamo assistito a enormi assembramenti a Palermo, non ultimo nei mercatini che andrebbero chiusi. Da medici non possiamo che chiedere al sindaco Orlando la loro chiusura per motivi di sicurezza”.

Poi la richiesta al governo regionale: “Occorrono strutture territoriali alternative all’ospedale per dimettere i pazienti ricoverati in ospedale ma non necessitanti di un contesto assistenziale ospedaliero”.

 


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