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Musica contro la droga, il nuovo brano di Othelloman per dire “no” al crack

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La musica contro le dipendenze. Da Palermo parte il messaggio del rapper Othelloman, pioniere dell’HipHop in città, che torna in prima linea con un brano che denuncia il crescente abuso di crack nella sua e nelle altre città d’Italia, sedici anni dopo «U tagghiamu Stu palluni?!» e la rabbia dei quartieri raccontati attraverso il progetto Combomastas. Domani (7 giugno 2024, start alla mezzanotte di oggi) sarà pubblicato su Spotify «Marco e Luca P.A. Crack City – La mafia non esiste – Radio R.C.M. Vol. III», by OTHELLOMAN feat NAIF.

Per Salvatore Petrotta, in arte Othelloman, è il primo singolo di un’opera che affronterà i disagi del nostro tempo, «Attraverso l’odio»: l’album uscirà a novembre. Ma per l’artista siciliano è soprattutto l’inizio di una campagna d’impegno sociale che coinvolga associazioni e istituzioni, «per fare rete, per coinvolgere tutti in una battaglia che non può non essere di tutti visto che riguarda i nostri giovani». «Marco e Luca» è un sasso nello stagno.

«Il brano – spiega Othelloman – e un’antitesi del concetto stesso di “single”, non ha ritornello e colpisce dritto alla bocca dello stomaco con mazzate verbali. Non nasce per scalare le classifiche o per essere trasmesso in radio, ma per comunicare, sensibilizzare, risvegliare». È un mix di spunti che arrivano dalla cronaca, dallo slang della strada, dalle riflessioni di chi scorge i pericoli del consumo di droghe. Ed è una voce di denuncia. «Se Palermo è la prima piazza di spaccio di crack in Italia – dice ancora il rapper e producer -, la dipendenza sta dilagando in tutte le città. Bisogna raccontare senza retorica».

E il brano parla di due ragazzi che possono ciascuno dei giovani di oggi. «Se Marco di “Anna e Marco” – spiega l’autore – vivesse il 2024 sarebbe questo Marco, così come lo sarebbe Luca di “Silvia lo sai”». Per Othelloman «è una traccia brutalmente autentica, nel dovere di una scelta di vita tra passione, vocazione e pressione sociale. Uno storytelling drammatico». Othello sceglie il rap perché nel rap crede. «Pochi lo usano e si espongono per salvare dalle strade le nuove generazioni. Io lo faccio – sottolinea – con la responsabilità e la consapevolezza di un’urgenza come la lotta alle dipendenze che portano a morte quasi certa».

Su questa linea si muove il percorso della creazione di una community anti-crack attraverso un QR code che oggi, nel corso della presentazione del brano, è stato fornito ai presenti su una cartolina che gioca su immagini e grafica per accompagnare la forza del testo e della base musicale prodotta da Naif, beatmaker pugliese che ha affiancato il rapper palermitano in questa creazione. Le prime maglie della rete sono state già intessute nei giorni scorsi e anche oggi, nella sede del Consorzio Sol. Co., a Palermo, che ha ospitato l’incontro, nel corso del quale Nino Rocca, l’angelo custode di tanti giovani rimasti incagliati nella strada della tossicodipendenza, ha illustrato con concretezza i rischi del crack.

Il brano di Othelloman si inserisce nel cammino avviato da tante associazioni, come «La Casa di Giulio», che per prime hanno smosso le coscienze sui pericoli del crack e del poliabuso, cioè l’utilizzo di tante altre sostanze per cercare dei nuovi equilibri di fronte agli sbalzi umorali, fisici e di percezione. Francesco Zavatteri, papà di Giulio, una delle giovanissime vittime del crack a Palermo, e fondatore dell’associazione, è stato tra i primi ad ascoltare «Marco e Luca» e a comprenderne l’enorme potenzialità comunicativa. «Questo brano – dice – è come un dipinto drammaticamente realista, ad ogni ascolto è come se mi avvicinassi un po’, scoprendo sempre più dettagli».

L’obiettivo della campagna è farlo conoscere proprio alla platea dei più giovani. Per questo verrà anche veicolato nelle scuole e già oggi un istituto di Mazara del Vallo ha assistito da remoto alla conferenza stampa. Valentina Chinnici, parlamentare regionale e presidente del Cidi (Centro iniziativa democratica e degli insegnanti), ha già avviato un percorso affinché gli studenti possano conoscere i disastri causati dalle droghe attraverso la musica. E la Regione Siciliana, come ha spiegato Giovanna Segreto, dirigente generale del Dipartimento dell’istruzione, dell’università e del diritto allo studio, sarà impegnata nell’organizzazione di attività finalizzate al contrasto della dipendenza attraverso qualunque forma di arte. «Questa è una campagna che sosterremo fortemente – ha dichiarato Giovanna Segreto – perché sappiamo che perdere i ragazzi significa perdere il nostro futuro e il crack ne fa perdere veramente tanti».

 

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