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Leggende siciliane, storia di Gammazita: la donna che si suicidò per non morire dentro

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Nonostante i pregiudizi e le chiacchiere sulle donne siciliane, esse hanno sempre avuto un ruolo di primo piano nella storia della Sicilia e nella sua rinascita politica, sociale e culturale. Alcune appartenevano all’aristocrazia, altre al popolo, di altre ancora si conoscono le gesta ma sono rimaste anonime. Il loro ruolo è stato talmente importante che sono sorte anche leggende. Una di queste risale al periodo in cui gli Angioini dominarono in Sicilia e richiama un fatto che accadde a Catania. Un soldato francese s’invaghì di una fanciulla catanese di nome Gammazita, bellissima e di grande virtù.

donna Macalda Scaletta
donna Macalda Scaletta

Ella però, essendo già fidanzata rifiutò il corteggiamento. Un giorno, mentre si recava a prendere l’acqua presso un pozzo, il soldato la aggredì. Spaventata, cercò di fuggire ma si accorse che non c’era nessuna via di fuga perciò gli intimò di andare via, altrimenti si sarebbe buttata dentro il pozzo. Il soldato non arretrò, perciò si buttò nel pozzo e morì. Questa leggenda ha diverse versioni. Una di questa menziona donna Macalda Scaletta.

Nel 1287, questa bellissima donna era vedova del signore di Ficarra e presso la sua corte accoglieva cavalieri francesi e siciliani ma rifiutava tutte le proposte amorose perché era follemente innamorata del suo paggio, di nome Giordano. Un giorno, quest’ultimo vide la giovane Gammazita sulla soglia di casa e se ne innamorò perdutamente. Donna Macalda scoprì la relazione tra i due giovani e folle di gelosia invitò il francese De Saint Victor ad insidiare Gammazita, promettendo che si sarebbe concessa a lui in caso di successo.

Anche in questa interpretazione il francese De Saint Victor seguì Gammazita fino al pozzo, riuscì ad afferrarla ma la giovane si svincolò e non trovando via di scampo si gettò nel pozzo. In seguito Giordano affrontò De Saint Victor e lo uccise a pugnalate davanti al cadavere della donna amata. La tragica fine della ragazza, da allora è sinonimo dell’onestà di tutte le donne siciliane.

L’evento fu anche manipolato dalla politica, ritenendolo un gesto di amor patrio. Altre leggende si aggiunsero: all’interno del pozzo, nel corso dei secoli si formarono dei depositi di ferro di colore rosso che furono interpretati come il sangue della povera ragazza. Anche al toponimo “Gammazita” furono dati diversi significati. Si sbizzarrirono in merito gli scrittori locali dell’epoca, cercando persino un riscontro “mitologico”.

il pozzo di Gammazita
Il pozzo di Gammazita

Ancora oggi, il pozzo di Gammazita si trova nel centro storico di Catania, all’interno del cortile in via San Calogero. È accerchiato da diverse abitazioni. Una scala di sessantadue gradini che formano cinque rampe colmano un dislivello di circa dodici metri dal livello stradale. Il pozzo non è tenuto nella giusta considerazione e di solito è in pessime condizioni. Una o più associazione culturali, formata da volontari cerca di dare dignità al luogo.

La tragica storia di Gammazita, ha dato anche spunto ad una famosa poesia popolare anonima catanese: “Tu di lu cori sì la calamita la mia palora non si cancia e muta; ti l’hè juratu e ti saroggiu zzita, chista mè porta ppi l’autri è chiujuta: cala li manu si mi voi pi zzita, l’ura di stari ‘nzemi ‘un è vinuta: si cchiù mi tocchi, comu Gammazita, mi vidi ‘ntra lu puzzu sippilluta”. (Tu del cuore sei la calamita la mia parola non cambia e muta; te l’ho giurato e ti sarò fidanzata, questa mia porta per gli altri è chiusa; abbassa le mani se mi vuoi per fidanzata, l’ora di stare insieme non è venuta: se mi tocchi di nuovo, come Gammazita, mi vedrai dentro il pozzo seppellita).

 

 

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