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Palermo: orgoglio e passione tra luci, ombre, storia e tradizioni | EDITORIALE

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Questa cara città di Palermo, Capitale storica per la Sicilia e capoluogo tra luci e ombre, è, come sempre è stata, l’orgoglio dei palermitani, e dei siciliani tutti. La città che guarda al futuro non ignora i “guai” che la feriscono, ma prosegue il suo cammino sociale, economico e culturale che costituiscono tre pilastri fondamentali di crescita con il concorso di politici, economisti, studiosi. Anche i  giovani – ragazze e ragazzi -, sanno partecipare alla crescita, con la maturità mentale e culturale fiorita nella scuola e nella stessa vita di condivisione aperta al dialogo, alla denuncia di uno status economico carente ma proteso verso un avvenire positivo, al desiderio di legalità; la loro attenzione ai “guai” complessivi non prescinde da quella verso le fasce sociali più deboli che vivono ancora nella povertà.

In questo contesto, il ddl contro la povertà, approvato dall’Assemblea Regionale, non può non portare a tante famiglie il vento della speranza che ogni intervento contro lo stato di povertà venga effettivamente eseguito. Il ddl approvato non è partorito da interesse politico, ma dalla necessità (appunto, al di là del fatto politico oppure elettoralistico) di aiutare le tante famiglie con scarso o con nessun reddito, a uscire dall’isolamento e a riacquistare la dignità personale persa tra i tanti misteri della cosiddetta burocrazia.

I palermitani sanno dove abitano, dove vivono, quali sono i problemi che affliggono la città. Ne sono coscienti, ma l’orgoglio li tiene operosi, dà loro coraggio, nascono nuove idee, si uniscono a gruppi collegati gli uni agli altri per operare insieme alla rinascita culturale. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, i giudici che sacrificarono la loro vita per lasciare una grande eredità: senza una nuova mentalità culturale, non c’è rispetto per la legalità. È un principio civile, al quale la nuova generazione non si sottrae. Nel raccontare Palermo, ancora giornali e riviste con la copertina platina si soffermano a sottolineare quel “sacco della città”, tra il ’60 e il ’70, che come sciabolate aprì ferite inguaribili, tagliando a fette la storia della città, presente anche in antiche borgate, e descrivono una Palermo con poche luci e tante ombre; ma ormai il misfatto è un fatto compiuto dal quale non si può tornare indietro.

C’è invece da raccontare la bellezza che è rimasta, che si è salvata dallo scempio e che ancora testimonia, con orgoglio dei suoi abitanti, le storiche tradizioni di arte architettonica degli antichi palazzi, nel rivivere rappresentazioni teatrali tra aree archeologiche greche da Palermo alla Sicilia tutta, nella frequentazioni di musei e gallerie con pitture di alto pregio antico, nella visita ai monumenti che furono dimore di regnanti e non, nei balconi e terrazzi di casa con fiori e piante, nei giardini e parchi con alberi secolari, nelle biblioteche di antichissimi testi. Tanta bellezza artistica-culturale ignorata che va recuperata e sostenuta. Ma Palermo non si ferma, prosegue il suo cammino verso una nuova fioritura di entusiasmo, nel felice incontro tra realtà e sublime, tra l’infrangersi delle onde del mare di Mondello che sulla spiaggia, alle prime luci dell’alba, a contatto con gusci di conchiglie emettono suoni come dolci melodie.

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