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Successo record per Le Vie dei Tesori con oltre 195mila visitatori: boom a Palermo

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Oltre 195 mila visitatori in Sicilia per Le Vie dei Tesori, con Palermo che sfiora le 130 mila presenze (e raddoppia quindi i numeri del 2020). E Catania, funestata dal maltempo, che conferma i suoi 13 mila visitatori. Un’edizione ancora segnata dalle misure di sicurezza sanitaria, con prenotazioni e contingentamento dei visitatori, che fa però ben sperare sulla ripresa dei flussi turistici: si tratta di numeri quasi doppi rispetto allo scorso anno, quando il festival si è svolto (una delle pochissime manifestazioni in presenza) nell’anno della pandemia e con lo spettro dei contagi in risalita.

L’indice di gradimento sfiora il 90 per cento ma il dato importante è che il 91 per cento dei visitatori è certo di partecipare alla prossima edizione. Che il 78 per cento ha deciso di andare/restare in Sicilia proprio per il Festival. E che la ricaduta economica sulla Sicilia generata dalla manifestazione supera i 5 milioni di euro. Le Vie dei Tesori archivia quindi la sua quindicesima edizione, e supera le 195 mila presenze, cui vanno sommate le 12 mila della prima edizione dei Borghi dei Tesori, che si è svolta a cavallo di agosto e settembre e ha coinvolto 57 piccoli centri siciliani.

Grande la forza dei giovani: oltre 700 tra collaboratori, volontari, tirocinanti universitari, studenti in alternanza scuola-lavoro. “Le Vie dei Tesori – dice il presidente della Fondazione Le Vie dei Tesori Laura Anello anche quest’anno sono state una sfida complessa, figlia di una stagione incerta. Ma chiudiamo con 200 mila visitatori e la certezza che per i siciliani sia diventato un modo per riconnettersi alle proprie radici e alla propria storia. E che questi siano luoghi fondanti della comunità. Grazie a tutti, soprattutto ai 700 ragazzi che si sono messi in gioco, ripetendo questo grande rito collettivo che è Vie dei Tesori”.

Nonostante abbia dovuto fare i conti con il maltempo, soprattutto nel Catanese, e con il contingentamento dei visitatori a piccoli gruppi, il festival mette insieme quindi numeri consistenti nelle 19 città siciliane in cui si è svolto, tra settembre e ottobre. A partire dai 130 mila visitatori di Palermo. Sempre a settembre, una buona partecipazione per Messina (che aumenta i visitatori del 2020 e arriva a 3415 presenze), sfiora le 1500 presenze Caltanissetta, poi il debutto della piccola Caltagirone (1437)che supera Noto (1213) A ottobre, oltre a Palermo e Catania, il vero exploit è stato per Sciacca che con le sue 4808 presenze raddoppia la performance degli scorsi anni: qui il festival continuerà visto che la chiesa dello Spasimo (il gioiello ritrovato, aperto proprio con Le Vie dei Tesori) resta visitabile fino al 9 gennaio e ospita “Domus” la mostra di Franco Accursio Gulino.

I LUOGHI PIÙ VISITATI DEL FESTIVAL. Cominciamo da Palermo dove il grande vincitore di quest’anno è di sicuro Palazzo Costantino: affacciato sul Teatro del Sole, diruto e dimenticato, ha un fascino particolare che diventa appena si scopre il magnifico affresco superstite del Velasco; lo tallonano la bellissima Chiesa di santa Caterina con i suoi marmi mischi e le leggende legate alle monache; e Palazzo Oneto di Sperlinga, al centro di un puntiglioso quanto sontuoso restauro: questo e Palazzo Costantino sono stati concessi dal mecenato Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona.

Anche Catania si è scoperta innamorata dei suoi palazzi: a partire dalla dimora Scuderi Libertini, l’unico a rimandare al Rinascimento fiorentino. I visitatori premiano come ogni anno l’enorme chiesa di San Nicolò L’Arena con i suoi lontani camminamenti; e Palazzo degli Elefanti, l’elegante sede del Municipio colma di affreschi, stucchi e arredi d’epoca. Ritorniamo nella Sicilia orientale, attorno al capoluogo: Bagheria si dedica all’arte, il più amato dai visitatori è il Museo Guttuso a Villa Cattolica, ma perdersi sotto gli affreschi del Borremans è piaciuto a moltissimi; innamorati e non si sono poi ritrovati all’Arco Azzurro, novità di quest’anno.

Spostandosi a Carini, al suo debutto nel festival, si scopre ancora intatto il fascino del Castello della famosa baronessa; ma è bellissimo percorrere i cunicoli delle catacombe paleocristiane di Villagrazia di Carini, o meravigliarsi agli stucchi inaspettati della chiesa degli Agonizzanti. Cefalù ha dovuto fare i conti con la trasformazione in set del centro storico, ma i visitatori hanno lo stesso raggiunto il parco archeologico della Rocca, visitato il Museo Mandralisca con il Ritratto di Ignoto e, sorpresa inaspettata, raggiunto il Parco delle Madonie per scoprire Serra Guarneri, piccolo borgo di pietra immerso in un bosco: è uno dei siti che ha aderito a Terre dei Tesori.

Sempre vicino Palermo, a Monreale la vista mozzafiato da Palazzo Cutò ha vinto sulla centenaria biblioteca Ludovico II De Torres, ma anche sulla bellissima chiesa di Maria Santissima degli Agonizzanti. A Termini Imerese, anch’essa al debutto, i visitatori hanno fatto la coda per le due cappelle affrescate dell’ex Collegio dei Gesuiti, poi tribunale; hanno raggiunto i terrazzamenti del Castello e visitare le due chiese sovrapposte di sant’Orsola cercando le tracce del fantasma di Santo Baddàru.

Nel Trapanese, i numeri sono sempre alti: a Trapani quest’anno i gruppi scultorei della Settimana Santa, custoditi nella chiesa delle Anime Sante del Purgatorio, hanno vinto sulle visite al Castello della Colombaia, grande must di ogni edizione; e sul bellissimo Palazzo Montalto, un trionfo liberty noto soltanto a pochi. Marsala non si è fatta pregare: gli scavi della Casa Romana, appena scoperti, hanno attirato la gran parte dei visitatori, che hanno anche salito la scala a chiocciola del campanile del Carmine; e scoperto i dolci segreti delle Cantine Pellegrino dove è conservato l’archivio commerciale ottocentesco degli Ingham-Whitaker. Infine Mazara del Vallo dove hanno ricevuto grande attenzione gli archi murati e la cripta di San Francesco; il Collegio dei Gesuiti con le opere grafiche di Pietro Consagra, e il piccolo, popolare Teatro Garibaldi, vero gioiello voluto dalla città ottocentesca e costruito con il legno delle barche.

Nel cuore dell’isola, un debutto straordinario per Enna: che ha condotto i suoi visitatori in giro per le torri, su e giù per ripidi scalini: a partire dalla chiesa e dalla torre campanaria di San Marco Le Vergini, da dove si scopre l’intero convento; per arrivare a palazzo Chiaramonte dove la visita comprendeva la chiesa e la torre campanaria di San Francesco d’Assisi e la biblioteca comunale. Ma il secondo classificato è il palazzo della Prefettura dove si sono potuti ammirare gli argenti delle monache.

A Caltanissetta i visitatori non hanno perso l’occasione per entrare allo stabilimento Averna per passeggiare tra le enormi botti centenarie; molti nisseni sono entrati per la prima volta. Nella cripta di San Domenico, e hanno visitato il Palazzo del Carmine con il Teatro Regina Margherita. A Messina i luoghi più visitati restano sempre Forte San Salvatore con la stele della Madonnina e la vista sullo Stretto, il Sacrario di Cristo Re con la torre merlata dell’antico castello di Roccaguelfonia dove venne imprigionato Carlo II d’Angiò; e Castel Gonzaga con la “gogna” dove venivano rinchiusi i condannati.

Lontana dalla Sicilia, ma felice di aderire, anche Mantova: gli stessi cittadini hanno fatto la coda per carpire i segreti del Pronao Sant’Andrea, aperto al pubblico solo raramente; per salire fin sulla specola del Liceo Virgilio che ospita l’osservatorio meteo, o visitare la ex chiesa di San Cristoforo, distrutta e dimenticata.

TERRE DEI TESORI. In tutto sono state coinvolte 32 aziende  agricole e cantine d’eccellenza che, grazie al Programma di sviluppo rurale (PSR) Sicilia, finanziato dal Fondo europeo agricolo per lo Sviluppo rurale(FEASR), hanno puntato su impianti moderni e sostenibilità. I risultati sono stati ottimi: 400 visitatori dei Borghi dei Tesori e delle Vie dei Tesori hanno potuto scoprire realtà importanti, conosciuto chi ci lavora e acquistato prodotti anche di nicchia.

E le aziende e cantine hanno risposto con trasporto: indici di gradimento molto alti, quasi l’88 per cento ha dichiarato di voler partecipare anche il prossimo anno, ha apprezzato la mappa e la geolocalizzazione che ha permesso ai visitatori di prolungare e ampliare le visite in siti archeologici o realtà vicine. Insomma, è nata una vera “mappa” di interconnessioni che in futuro potrà essere ampliata ancora: sono tante infatti le aziende che stanno già chiedendo di far parte di Terre dei Tesori il prossimo anno, così come decine i Comuni che chiedono di entrare a far parte del circuito.

 

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