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VIDEO | L’ultimo saluto a Papa Francesco, l’omelia: “Una vita per gli ultimi, ora preghi per noi”

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Sono iniziati intorno alle 9,30 di oggi, sul sagrato della Basilica di San Pietro, i funerali di Papa Francesco. La celebrazione è iniziata con la preghiera dell’Eterno Riposo ed è stata scandita da letture bibliche che evocano la Passione, la risurrezione di Cristo e il ruolo di Pietro, richiamando così il ministero del Papa come successore dell’apostolo e vescovo di Roma. La prima lettura, tratta dagli Atti degli Apostoli, con le parole di Pietro sulla missione e il sacrificio di Gesù. È seguito un passo della Lettera di San Paolo ai Filippesi e infine un brano del Vangelo di Giovanni, sull’apparizione del Risorto ai discepoli e il celebre dialogo con Simon Pietro: “Mi ami più di costoro?”. L’omelia pronunciata dal cardinale Giovanni Battista Re. Dopo la preghiera dei fedeli in più lingue, la liturgia eucaristica e al rito della Commendatio e della Valedictio, nel quale l’anima del Pontefice viene affidata alla misericordia divina.

Due suppliche solenni per il rito finale: quella della Chiesa di Roma, con le Litanie dei Santi in latino, guidata dal cardinale Baldo Reina, e quella delle Chiese orientali. I patriarchi orientali hanno recitato in greco una preghiera della liturgia bizantina per i defunti, con l’incensazione del feretro. A seguire, l’aspersione con acqua benedetta e l’incensazione saranno gli ultimi gesti simbolici prima della preghiera conclusiva, che affida Papa Francesco a Dio come fedele successore di Pietro e annunciatore della Parola. Il rito si chiuderà con il canto del Magnificat in latino. Al termine della funzione, il feretro sarà riportato nella Basilica e poi uscirà dalla Porta del Perugino per raggiungere la Basilica di Santa Maria Maggiore. L’intera cerimonia durerà circa novanta minuti.

L’OMELIA. Il cardinale decano Giovanni Battista Re, ha ricordato ha definito quello di Bergoglio un pontificato “intenso” e vicino all’umanità, nell’omelia ha ripercorso con commozione e gratitudine i dodici anni di pontificato di Jorge Mario Bergoglio. Ci stringiamo attorno alle sue spoglie mortali – ha detto Re – con il cuore triste, ma sostenuti dalla fede che ci assicura che la vita non finisce nella tomba, ma nella casa del Padre”. Un messaggio rivolto ai presenti, tra cui numerosi Capi di Stato e delegazioni ufficiali, giunti a Roma per rendere omaggio a un Papa che ha lasciato un segno profondo nella storia contemporanea. Il cardinale ha ricordato l’ultima apparizione pubblica di Francesco, solo pochi giorni fa, durante la solennità di Pasqua: nonostante la malattia, il Pontefice aveva voluto benedire la folla dal balcone della Basilica e poi scendere tra la gente a bordo della papamobile. “Con forza e serenità ha continuato a donarsi fino alla fine, seguendo l’esempio del Buon Pastore”, ha sottolineato Re.

Particolarmente significativo il richiamo alla scelta del nome “Francesco”, che fin dall’inizio ha indicato uno stile di pontificato ispirato alla semplicità, all’umiltà e alla vicinanza agli ultimi. “Un Papa con il cuore aperto verso tutti – ha detto Re – che ha cercato di rispondere alle sfide del nostro tempo con il linguaggio del Vangelo”. Nel suo ricordo, Re ha messo in luce l’impegno di Papa Francesco per i poveri, i migranti e i sofferenti, ricordando come il suo primo viaggio apostolico fu proprio a Lampedusa, simbolo della tragedia delle migrazioni. Tra i suoi 47 viaggi, il cardinale ha menzionato anche la storica visita in Iraq del 2021 e quella in Asia-Oceania nel 2024, “fino alla periferia più remota del mondo”.

Il cuore del pontificato – ha proseguito Re – è stato il Vangelo della misericordia. A testimoniarlo, il Giubileo Straordinario del 2015, l’enciclica Fratelli tutti sul tema della fraternità e Laudato si’, che ha posto l’attenzione sulla cura della “casa comune”. Nella sua instancabile azione pastorale, Papa Francesco ha levato più volte la voce contro la guerra, definendola “una sconfitta tragica per tutti”. “Ha chiesto ponti, non muri – ha detto Re – e ha sempre unito la fede al servizio dell’uomo”. Infine, l’omaggio personale: “Ora chiediamo a te di pregare per noi – ha concluso il cardinale – e di benedire dal cielo la Chiesa, Roma e il mondo intero, come hai fatto domenica scorsa nel tuo ultimo abbraccio all’umanità”.

 

 

 

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