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Raid alla Scala dei Turchi, 2 denunce: uno già condannato per tentata strage

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Sono stati identificati dai carabinieri della Compagnia di Agrigento i due autori del raid vandalico ai danni della Scala dei Turchi. La sera tra il 7 e l’8 gennaio, avevano imbrattato la marna bianca con della polvere di ossido di ferro rossa. Il giorno successivo era stata ripulita da un gruppo di volontari. Uno dei due, D.Q, imbianchino di 49 anni, era stato condannato in passato per tentata strage per avere sistemato delle bombole a gas alla metropolitana di Milano nel 2002 e alla Valle dei Templi. Di recente aveva anche imbrattato la marna di Punta Bianca, a poca distanza dalla Scala dei Turchi.


Scala dei Turchi deturpata, volontari eliminano le macchie


Prima di arrivare ai presunti protagonisti del gesto, la Procura di Agrigento aveva subito aperto un’inchiesta a carico di ignoti, per l’ipotesi di reato di danneggiamento di beni avente valore paesaggistico. In 48 ore, invece, i carabinieri sono riusciti a fare piena luce sull’identità degli autori del maxi danneggiamento grazie alle immagini dei sistemi di videosorveglianza e a una raffica di perquisizioni e verifiche effettuate fra Realmonte e Favara, passando anche da Porto Empedocle e la città dei Templi.  I filmati hanno permesso di accertare che un furgone, un Ford Transit, era giunto di sera alla Scala dei Turchi. Dal mezzo erano scese due persone trascinando dei sacchi con la polvere di ossido di ferro. I militari sono riusciti ad acquisire il numero di targa del furgone.

I sospetti dei carabinieri si sono subito concentrati su un uomo di Favara, già noto per danneggiamenti simili. L’ispezione del furgone ha permesso di rinvenire tracce di polvere di ossido di ferro. Due i favaresi – entrambi di mezza età – sono stati denunciati. Il periodo non è dei più facili per una delle bellezze naturali più singolari del mondo: pochi mesi fa la Procura aveva chiesto al gip il decreto penale di condanna di 9.100 euro di multa nei confronti di Ferdinando Sciabbarrà, 73 anni, che ha sempre sostenuto di essere il proprietario della Scala dei Turchi.

La scogliera era stata sequestrata il 27 febbraio dello scorso anno. L’indagine era stata aperta sulla Scala dei Turchi per occupazione di suolo demaniale, violazioni in materia di sicurezza e tutela di beni ambientali. Contestualmente è stata disposta la restituzione a Sciabbarrà di una parte della Scala dei Turchi, mentre un’altra parte è stata restituita alla Regione Siciliana secondo le risultanze della disposta perizia collegiale.

 

 


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